La psicoterapia è una disciplina e allo stesso tempo un' arte. La psicoterapia come processo e come metodo è così denominata ma fondamentalmente ha una storia che va molto oltre i confini del XX secolo, periodo che viene attribuito alla sua nascita.
Per come la conosciamo oggi il 1900 è stata la credenza che conteneva quegli ingredienti tali da strutturare quelle contingenze da evocare l' impegno coraggioso di molte persone nello studiare, scoprire e investire la propria Vita nel comprendere come aiutare l' Animo umano a partecipare e coinvolgersi nelle dinamiche di Vita con maggior profondità e significato costruendo una storia diversa e di valore.
Fra questi grandi personaggi troviamo Roberto Assagioli, medico-psichiatra, Veneziano di nascita ma Fiorentino di adozione, e grande (a mio avviso) filosofo e uomo curioso dal sempre verde entusiasmo per la scoperta intorno alla Natura Umana e dalla cui esperienza di Vita è sorta la Psicosintesi.
Fra le importanti proposte filosofiche ed estremamente pratiche offerte dalla psicosintesi, intesa come paradigma di intervento clinico e di riflessione concettuale, ci sono le dieci leggi della psicodinamica. Esse si offrono come un valido strumento per comprendere i fondamenti su cui si basa l' intervento psicosintesico e per comprendere come venga concepito l' essere umano nella sua interezza e nella sua dinamicità tale da poter beneficiare delle esperienze psicoterapeutiche e incontrare un processo di trasformazione e miglioramento in direzione di una più autentica connessione con le proprie potenzialità.
Il decalogo delle dieci leggi è di grande interesse in quanto la sua forma si delinea come sistema "completo" che permette di porre in prospettiva ogni legge comprendendoo come ognuna si leghi alle altre. In esso si può osservare con meraviglia come, in tempi non sospetti, Assagioli desse grande attenzione alla modalità di funzionamento del sistema Umano orientando la sua concezione non solo alla psiche ma anche alla dimensione somatica e corporea e spirituale. Così facendo delineava una filosofia di base per proporre una spiegazione connessa a quella che oggi è chiamata psicosomatica e guardando all' essere umano come a una integralità fra manifestazioni psichiche e corporee, tutt' altro che disconnesse e costantemente in comunicazione.
Ma potremmo chiederci se quanto suggerito da Assagioli abbia un fondo di attendibilità scientifica oppure se debba restare nel mondo della filosofia e dell' ideale o essere accompagnato da atteggiamento fideistico. Questa curiosità da sempre mi accompagna e da sempre sono solleticato dall' idea di rintracciare nella ricerca scientifica, che apparentemente sembra sconnessa dall' arte e dalla indagine più "umanistica", quei risultati che se letti con la sola griglia di interpretazione della scienza moderna conducono ad una serie di considerazioni ma che, se letti con la griglia della psicosintesi, possono far emergere intuizioni e valutazioni di estremo interesse orientando ad una applicazione pratica e clinica di grande valore. Teniamo a mente che le affermazioni delle dieci leggi erano stilate solo attraverso l'esperienza clinica e attraverso l' intuizione che sorgeva mediante l' interazione con i pazienti e l' ascolto di sè stessi.
In questo articolo desidero dare fondamento, qualora fosse necessario, alla Prima legge che così recita:
Le immagini o figure mentali e le idee tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti.
Immagini e figure mentali oggi potremmo tradurle con l' idea di immaginazione che nella ricerca scientifica viene spesso denominata "imagery".
Nel mio personale percorso di ricerca bibliografica ho incontrato molti lavori scientifici di grande impatto seppur di scarsa fama sebbene io continui a restare meravigliato di fronte a questa bassa risonanza che i risultati hanno avuto nel pubblico generale.
L' articolo "The somatotopy of mental tactile imagery" dei ricercatori Timo Torsten Schmidt e Felix Blankenburg pubblicato sulla rivista Frontier in Human Neuroscience nel 2019 può venire in soccorso. Occorre ricordare che non è il primo lavoro di questi autori e esso segui una serie di altre scoperte che costituiscono le basi per il procedere della ricerca.
In esso viene descritta un' esperienza sperimentale condotta con risonanza magnetica funzionale (fMRI). In tale occasione viene richiesto al soggetto sperimentale di immaginare uno stimolo vibrotattile applicato all' alluce del piede. I ricercatori desideravano sapere se l' atto del semplice immaginare abbia un correlato neurofisiologico documentabile. In effetti così è. Le aree coinvolte sono quelle deputate alla elaborazione degli stimoli sensoriali in particolare la corteccia parietale SI che contiene la mappa del corpo, mappa chiamata homunculus. In particolare questo articolo mette in luce come addirittura l' immaginare la stimolazione all' alluce non solo fornisca una attivazione corticale alle dita del piede ma in modo selettivo possa essere riconosciuta l' attivazione dell' alluce. Importante è ricordare che l' attivazione somatotopica corticale era più alta quanto migliore fosse stata condotta l' esperienza immaginativa in termini di precisione dei dettagli. Si può quindi ipotizzare che anche in questo caso l' allenamento e l' addestramento all' immaginazione possa essere importante. Quindi si può osservare come l' immaginazione, similmente come avviene per la percezione reale degli stimoli, abbia un effetto registrabile e dei risultati a livello corporeo.
Ricordiamo che stiamo parlando di un' intenzione psicologica, dove il semplice comando di costruire un' immagine mentale, che è un fenomento intangibile e che non è accompagnato da un evento fisico reale, crea le condizioni in cui il cervello, organo concreto e fisicamente tangibile, sia attivato e veda i suoi neuroni attivarsi neurofisiologicamente e biochimicamente. Una realtà immateriale genera delle risposte concrete. Una intenzione genera una trasformazione. Sebbene si stia parlando di un evento di calibro minore è comunque una esperienza che fornisce una consapevolezza maggiore su quanto l' immaginazione e la volontà diretta e ben convogliata ci permetta di creare un collegamento consapevole con il corpo e generare un sistema più coerente e in armonia.
Così la prima legge della psicodimìnamica può beneficiare di risultati moderni, affidabili e scientifici e in questo modo fornire alla psicosintesi un fondamento che sostenga affermazioni datate ma che a quanto pare sempre state vere e dimostrabili ed oggi grazie ai nuovi paradigmi scientifici e alle strumentazioni moderne è possibile verificare e con entusiasmo dimostrare vere.
Questo risultato che è uno dei tanti fornisce inoltre la legittimazione a praticare tecniche di intervento importanti come la meditazione guidata, come l' immaginazione sul corpo, o altri procedimenti in psicoterapia che possano aiutare la salute della persona e offrire un più credibile e legittimo valore all' essere praticato.
Con gratitudine.