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Giuliano Monteleone


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prendersi cura

2022-03-18 19:35

Giuliano

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prendersi cura

Prendersi cura di me per poter prendermi cura del e della paziente affinchè lui o lei possano prendersi cura di sè stessi.

...alcune fra le persone che posso considerare senza ombra di dubbio i miei formatori, una fra esse il mio mentore, mi hanno, fin dall'inizio del mio percorso personale, accompagnato a "immedesimarmi", con la persona che condivide spazio e tempo con me empatizzando con le possibili sensazioni, sentimenti, emozioni o pensieri che dal nostro incontro potrebbe emergere...mi hanno insegnato a riconoscere gli incampi indelicati quando avvenuti, talvolta a prevenirli, e comunque a considerare l' idea che ogni individuo che ti offre la Sua intimità e il suo mondo interiore "ha legittimità" a sentire ciò che sente, che io sia "comodo" o meno di fronte a questa possibilità...

lo hanno compiuto offrendomi gli strumenti per sostenere questa danza interpersonale, questa tensione all' insegna della "reciproca" conoscenza.  Prendendo spunto sempre dalle dinamiche dei miei vissuti interiori emergenti per conoscerli, riconoscerli e valorizzarli nelle energie che essi mobilitavano e proponevano...in me...ma sempre senza mai considerarli assoluti, sempre relativi e proni ad essere visti da ogni prospettiva...e ascoltando con curiosità, meraviglia, interesse e trasporto verso il vissuto, talvolta faticosamente, altre volte con desiderio e slancio, raccontato e condiviso in seduta o in un incontro fortuito.

Da questa continuativa e sempre aggiornata esperienza di riconoscere e rintracciare la mutua e comune essenza che ci accomuna come individui con simile natura ho amato la possibilità di apprendere l arte del "prendersi cura", la psicoterapia.

 

La psicoterapia può aver tante accezioni, tante quante sono le rappresentazioni che ogni persona può maturare nel proprio mondo interiore riguardo questa pratica, sia essa vissuta come paziente o come terapeuta. Alcune sono coniate in modo indipendente e altre maturate da propria esperienza, dal "sentito dire" o dall' immaginazione. Nessuna può essere messa in discussione fin quando non emerge la contingenza di un incontro reale fra una persona ed il terapeuta, quando due mondi e due tempi entrano in contatto, ed inizia un lento ma affascinante processo di dialogo non verbale, di interpenetrazione, dove due tradizioni si conoscono, si accolgono, si misurano, perchè prima di essere un incontro fra professionista e cliente è un incontro fra persone che faranno un percorso insieme per un breve o lungo periodo.

 

Gli insegnamenti che non solo i miei docenti, terapeuti e mentori ma anche ogni paziente che incontro mi impartiscono costantemente mi offrono occasioni per apprendere, sia mentalmente che corporalmente, cosa sia la psicoterapia, soprattutto cosa sia per loro e cosa era prima, è, e forse sarà per me. 

 

Mi piace l' etimologia e per quanto riguarda la psicoterapia mai, mi sento di affermare, un' origine etimologica sia più sintonica con le mie intenzioni. Psicoterapia è "prendersi cura", e questa attitudine non è solo del terapeuta verso il proprio paziente/cliente ma anche e soprattutto della persona che sceglie di iniziare a conoscersi, o magari continuare a farlo a livelli differenti da quelli già esplorati, apprendere a confrontarsi con sè stessi, con le modalità di funzionamento, con le proprie credenze, aspettative e motivazioni. Non è per forza un percorso per "guarire" ma più concretamente per "guardare" diversamente (guarire e guardare hanno la stessa etimologia). Non è un modo per ammettere una insufficienza ma per accogliere un proprio bisogno di accogliersi, testimoniarsi e imparare come scegliere i propri passi in modo diverso e costruire un senso diverso alla propria esistenza. E' cullare sè stessi, abbracciarsi, come farebbe la mamma con un bimbo piccolo, e in terapia si può imparare a diventare consapevolmente e felicemente papà e mamma di sè stessi, non più di prima, ma in modo diverso.

 

Certamente i moltissimi libri che sono stati scritti non possono essere sntetizzati in queste righe, ne io avrei la pretesa che possa esser così, ma sento che una delle mie più profonde spinte sia proprio quella legata al prendersi cura, accompagnata dalla curiosità che dalla cura deriva e che può, se coltivata con pazienza, rispetto e delicatezza, modulare e trasformare la paura sua diretta antagonista, per aprire nuove strade, nuove prospettive, nuove soluzioni. 

 

Aver cura di me per poter prendermi cura del e della paziente affinchè lui o lei possano prendersi cura di sè stessi. 

 

Con gratitudine

 

 

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