Lo ammetto sono sempre stato affascinato dall' etimologia delle parole. E' una passione quasi viscerale che si rinnova costantemente in me ogni volta la mia curiosità mi spinge ad osare ricercare la storia dell' evoluzione delle parole che usiamo. Ultimamente ho iniziato ad andare anche sui dizionari etimologici inglesi perchè, sebbene le parole inglesi differiscano dalle parole italiane, quel che mi entusiasma è osservare come non sia tanto la radice latina, anglosassone o la più antica sanscrita che sta alla base, ma il senso che ha nutrito l' esigenza di coniare termini che lo rappresentassero verbalmente.
Ho riflettuto in particolare su una parola, "pensiero". Essendo uno psicologo interessato soprattutto a come l' evoluzione abbia modellato e plasmato non solo la biologia ma anche il senso della Vita (e anche il contrario, cioè il senso della Vita come abbia plasmato l' Evoluzione, ma questa è un' altra storia), mi sono chiesto questo vocabolo che origine avesse. Sono rimasto entusiasta di ciò che ho scoperto e poi con la fantasia ho creato un "discorso" che proverò qui a delineare.
Incominciamo dicendo che pensiero viene da "pensum" che era il quantitativo di lana pesata su una stadera dalle ancelle tessitrici per essere adeguatamente tessuta. Quindi pensare viene da pesare cioè un' operazione mentale che ha origine da una necessità concreta, materiale, fortemente tangibile e tutt' altro che estetica. Insomma possiamo affermare che il pensiero è, seppur in parte (e la psicologia moderna oggi, attraverso interessanti esperimenti e teorie, ne può delineare tipologie differenti, origini e modi di generarsi), operazione che ha le sue radici in gestualità concrete frutto di un intenzione importante, nata da una realtà che chiama in causa non solo la mente ma anche il corpo e i suoi movimenti. Pensiero come processo che comprende non solo calcoli astratti ma raffinate competenze corporee. Il pensum, pendeva verso il basso a causa della gravità. Così l' intenzione di misurare la giusta quantità di lana impegnava la mente delle tessitrici in operazioni complesse assimilabili a meditazioni sul tema da compiere. La corretta operazione era frutto di un processo di cura, attenzione, memoria che oggi riconosciamo come funzioni psicologiche della nostra mente. Il pensiero, sebbene lo consideriamo il prodotto finale, è più verosimilmente il processo che "pendeva" dall' inizio fino alla fine. Il compito delle serve era un compito gravoso in quanto a responsabilità, grave perchè pesava e imponeva di pensare. Come anche oggi si dice occorre talvolta pesare bene le parole e questo ci suggerisce di pensare con cura cosa dire in alcune circostanze piuttosto che in altre.
Lo ammetto sono sempre stato affascinato dall' etimologia delle parole. E' una passione quasi viscerale che si rinnova costantemente in me ogni volta la mia curiosità mi spinge ad osare ricercare la storia dell' evoluzione delle parole che usiamo. Ultimamente ho iniziato ad andare anche sui dizionari etimologici inglesi perchè, sebbene le parole inglesi differiscano dalle parole italiane, quel che mi entusiasma è osservare come non sia tanto la radice latina, anglosassone o la più antica sanscrita che sta alla base, ma il senso che ha nutrito l' esigenza di coniare termini che lo rappresentassero verbalmente.
Ho riflettuto in particolare su una parola, "pensiero". Essendo uno psicologo interessato soprattutto a come l' evoluzione abbia modellato e plasmato non solo la biologia ma anche il senso della Vita (e anche il contrario, cioè il senso della Vita come abbia plasmato l' Evoluzione, ma questa è un' altra storia), mi sono chiesto questo vocabolo che origine avesse. Sono rimasto entusiasta di ciò che ho scoperto e poi con la fantasia ho creato un "discorso" che proverò qui a delineare.
Incominciamo dicendo che pensiero viene da "pensum" che era il quantitativo di lana pesata su una stadera dalle ancelle tessitrici per essere adeguatamente tessuta. Quindi pensare viene da pesare cioè un' operazione mentale che ha origine da una necessità concreta, materiale, fortemente tangibile e tutt' altro che estetica. Insomma possiamo affermare che il pensiero è, seppur in parte (e la psicologia moderna oggi, attraverso interessanti esperimenti e teorie, ne può delineare tipologie differenti, origini e modi di generarsi), operazione che ha le sue radici in gestualità concrete frutto di un intenzione importante, nata da una realtà che chiama in causa non solo la mente ma anche il corpo e i suoi movimenti. Pensiero come processo che comprende non solo calcoli astratti ma raffinate competenze corporee. Il pensum, pendeva verso il basso a causa della gravità. Così l' intenzione di misurare la giusta quantità di lana impegnava la mente delle tessitrici in operazioni complesse assimilabili a meditazioni sul tema da compiere. La corretta operazione era frutto di un processo di cura, attenzione, memoria che oggi riconosciamo come funzioni psicologiche della nostra mente. Il pensiero, sebbene lo consideriamo il prodotto finale, è più verosimilmente il processo che "pendeva" dall' inizio fino alla fine. Il compito delle serve era un compito gravoso in quanto a responsabilità, grave perchè pesava e imponeva di pensare. Come anche oggi si dice occorre talvolta pesare bene le parole e questo ci suggerisce di pensare con cura cosa dire in alcune circostanze piuttosto che in altre.